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Ciclomaretona da Genova a Venezia

In bicicletta dal Tirreno all’Adriatico, costa-a-costa

Andrea Canta, giornalista sportivo (nel senso che scrive di sport, ma lo fa anche) appassionato di natura e viaggi on the road, dopo aver fatto un Giro della Corsica in bicicletta, il Cammino di Santiago e un giro a piedi per il Portogallo, si è buttato assieme al suo amico Bruno Riva (che si occupa di Sanità e che in effetti si mantiene sano) in questa avventura delle ciclomaretone. Sono delle traversate dell’Italia, a varie latitudini, da mare-a-mare in bicicletta (da cui ciclomaretone). Ne abbiamo pubbligate altre due: da Viareggio a Senigallia e da Napoli a Termoli. Ora tocca alla terza: dalla Lanterna a Piazza San Marco, unendo simbolicamente le due maggiori Repubbliche Marinare…

Da Genova a Venezia in bicicletta

di Andrea Canta

Tappa 1: Genova-Moneglia. Ogni avventura comincia da un singolo passo, ma se fatto in ciabatte invece che con le scarpe da bici ovviamente diventa tutto in salita. Quella salita che troviamo subito dopo la partenza ufficiale che decidiamo essere a Recco. La deliziosa focaccia al formaggio tipica di questa località ci sarà di grande aiuto in pausa pranzo. La conserviamo preziosamente insieme ai 20 kg di bagaglio. Meteo che ci accoglie con cielo velato, ma la bellezza di alcune località non conosce problemi di luce nelle foto. Santa Margherita Ligure, la baia di Paraggi, Portofino, Sestri Levante e infine Moneglia, la cui origine del nome mostra come già i romani avessero intuito la bellezza del luogo. Tanta salita, spalmata lungo il percorso, ma alla fine si farà sentire nelle gambe. Ci accompagna e guida, da Sestri Levante a Moneglia Leonardo: simpatia, gentilezza e competenza. Finalmente discesa. Scendiamo a Moneglia. Un’accoglienza stupenda da parte del Comune di Moneglia e della locale Pro Loco. Passeggiamo lungo il carruggio centrale della cittadina, poi il lungomare. La musica del mare, quanto ci è mancata. Siamo in zona bianca: due anni fa, quando pedalammo per l’ultima volta ancora non sapevamo quale sapore di libertà avrebbero avuto queste due parole. Ce le godiamo, insieme ad un’ottima cena di pesce.

Tappa 2: Moneglia-Lerici. L’essenza di una giornata in bici oggi: sudore, fatica, splendidi paesaggi, enorme soddisfazione. Pedaliamo tra borghi e borgate, paesi e paesini. Ancora una volta il meteo non rende giustizia ai colori di queste zone, ma la costa delle Cinque Terre ci regala ugualmente scorci emozionanti. Partiamo da Moneglia e subito le ruote puntano verso l’alto: ci attende il passo del Bracco. Da lì la discesa su Levanto per poi risalire verso la panoramica delle Cinque Terre. La salita è dura, con il caldo ancora di più. Passa una coppia di tedeschi in scooter, ci affianca e ci ripete tre volte: “Respect! Respect for you!”. Ci carichiamo ancora di più e raggiungiamo la sommità. Sotto di noi ad una ad una compaiono Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. E tutto intorno i vigneti, testimonianza di una viticultura eroica, la cui punta di diamante è il celebre vino Sciacchetrà. Arriviamo finalmente a Lerici: 90 km, quasi 1.800 metri di dislivello. Stanchi, felici. Domani si punta verso Lucca. Se il meteo ci sarà amico prima scenderemo su Lerici per un breve tour. Si vedrà.

Tappa 3: Lerici-Lucca. Doveva essere una tappa di trasferimento, quasi totalmente pianeggiante. Così ovviamente non sarà perché scegliamo di aprire la giornata con la panoramica che da Lerici porta al comune di Montemarcello. Dapprima salita vera, poi un piacevole saliscendi tra gli ulivi. La discesa su Bocca di Magra. In lontananza le cave di marmo, siamo quasi a Carrara. La deviazione verso il sito archeologico di Luni non ci vede fortunati: chiuso il lunedì. Percorriamo la ciclabile che da Marina di Massa ci porta fino a Viareggio: è davvero perfetta, larga e ben asfaltata. Caldo, tanto caldo. Torniamo laddove tre anni fa abbiamo dato il via al progetto Ciclomaretona. Emozione. Un gelato e poi via verso l’interno. Salutiamo il Tirreno, tra un paio di giorni dovremmo dare il benvenuto all’Adriatico. Nel mentre ci godiamo la splendida Lucca: le sue mura e l’incantevole centro storico. Troviamo ad accoglierci, con entusiasmo e gentilezza, Antonella: un aperitivo e una piacevole chiacchierata. Poi via, alla scoperta della città.

Tappa 4: Lucca-Borgo San Lorenzo. Dovevano essere quasi 100 km, alla fine saranno 115. Tappa lunga, che ci riserva diverse sorprese. A partire dalle strade. Guidati dai consigli delle persone e dal navigatore in modalità “bici” scopriamo itinerari alternativi a quelli più trafficati. Dopo Pistoia, davvero meritevole il suo centro storico, spesso ci troviamo a pedalare su ciclabili e strade sterrate in mezzo ai campi. Prima tra un numero impressionante di vivai, poi tra le coltivazioni di ortaggi e di ulivi. Colori finalmente brillanti rendono meno faticosa la pedalata. Ogni tanto qua e là vengono fuori alcuni animali che coraggiosamente sfidano il caldo sempre più insistente: una famigliola di gallinelle d’acqua e una garzetta bianca attirano la nostra attenzione. Maciniamo chilometri, fino a quando… Ai piedi dell’ultima salita di giornata, quella più impegnativa, arriva la seconda sorpresa, che però non ci voleva: foratura alla ruota posteriore di Bruno. Significa scaricare tutti i bagagli, smontare e riparare. Ripartiamo. Spingiamo ancora più forte. Ora solo stradone, dobbiamo evitare altri imprevisti. E finalmente ecco che ci accoglie Borgo San Lorenzo. Una serata di relax per recuperare le forze e domani si riparte…

Tappa 5: Borgo San Lorenzo-Cesenatico. Un tappone, mix perfetto tra lunghezza, dislivello e caldo. Ci si mettono anche gli imprevisti: seconda foratura per Bruno, doppio raggio rotto per me. A parte questo è un’altra giornata da incorniciare. Saliamo fino al Passo della Colla: ci troviamo immersi tra i profumi e l’ambiente tipici delle nostre montagne. È una salita pedalabile e neanche troppo trafficata. Dalla vetta è una lunga picchiata su Faenza, da dove inizia la pianura. Salutiamo le salite, per questa Ciclomaretona non ne avremo più. Intorno a noi campi di grano esaltati dal caldo e distese di girasoli. In lontananza un temporale, ma per fortuna lo evitiamo. Ci avviciniamo a Cesenatico: pedaliamo sulle strade del grande e indimenticato Marco Pantani, il Pirata. Volevamo omaggiarlo lo scorso anno, quando avrebbe compiuto 50 anni. Tardiamo di un anno, ma l’omaggio resta. Come il ricordo indelebile delle sue imprese. Siamo arrivati all’Adriatico: il coast to coast è realtà. Ora inizierà la risalita lungo la costa, che sicuramente ci riserverà altre piacevoli sorprese. Per stasera è tutto, andiamo a gustarci una piadina romagnola. Poi domani si riparte…

Tappa 6: Cesenatico-Comacchio. Dopo le salite ecco la pianura adriatica. Sono comunque 90 km. Le forature continuano, la mia addirittura al risveglio. Ma ci adoperiamo e ripartiamo ancora più carichi. La zona del porticciolo di Cesenatico brulica di vita già dal mattino. Le barche storiche, illuminate dal primo sole risplendono ancora di più. Omaggio doveroso e sentito laddove riposa il Pirata. Una preghiera, un ricordo. Attraversiamo poi la splendida pineta che conduce a Cervia e da lì, ahimè su strada trafficata, giungiamo fino a Ravenna. Un giro per il centro storico, una visita alla tomba del sommo Dante, a 700 anni dalla morte. Poi ancora una doppia foratura, la zona industriale di Marina di Ravenna, ma ecco arrivare i lidi ferraresi e soprattutto il primo bagno. Ora sì che il coast to coast si può dire completato! Qui incontriamo Alberto, 92 anni: passo lento ma sicuro. Ha sempre camminato in montagna, mi racconta. Arriva da Adria – “città che dà il nome a questo mare” ci tiene a sottolineare, in bicicletta, e poi passeggia sul molo del porto di Lido degli Estensi. Mito. Ultimi chilometri e siamo nella splendida Comacchio. Stasera l’anguilla ai ferri è d’obbligo. Tradizioni e culture da gustare.

Tappa 7: Comacchio-Chioggia. Ultima tappa lunga, si va verso il gran finale. Ma ci attendono ancora piacevoli sorprese. Dopo la partenza da Comacchio, stupenda nel silenzio discreto del mattino, ci dirigiamo verso i più turistici lidi ferraresi, capaci però di regalarci alcuni scorci davvero apprezzabili. Una lunga ciclabile, talvolta nella sabbia (fatica pazzesca), talvolta sotto fresche frasche, ci conduce fino a Goro e Gorino. Una pausa per gustare le vongole veraci di questa zona, le più buone in assoluto, è d’obbligo. Come è ormai d’obbligo una sosta foratura di Bruno. Questa volta cambiamo anche il rivestimento interno che ci siamo procurati e ripartiamo. Ancora campi e canali, scenari agresti e di laguna. Un ponte interamente costruito sulle chiatte ci permette di attraversare uno di questi canali. Un ultimo colpo di pedale e siamo a Chioggia. Una doccia e poi ci prenderemo il giusto tempo per visitarla e apprezzarla.

Tappa 8: Chioggia-Venezia. Siamo giunti alla meta! Ma come sempre, più che il traguardo tagliato è il percorso fatto ad emozionarci. Voltarci indietro e guardare ciò che è stato in questi otto giorni ci riempie di felicità ed entusiasmo. Tutto questo mentre pedaliamo per la passerella finale: una ventina di chilometri, intervallati da due traversate con il battello, ci permettono di salutare Chioggia, di pedalare sull’isola di Pellestrina ed arrivare infine a Lido di Venezia. Paesi dalle case color pastello e dalle strette vie che qui prendono il nome di calli. Il caos della Venezia turistica è lontano nella laguna. Qui pare un altro mondo, a pochi minuti di vaporetto dal centro di tutto. Quel centro che ovviamente visitiamo nel pomeriggio: il Canal Grande, il Ponte di Rialto, i canali, il brulicare di gente, e poi lei… Piazza San Marco. Siamo arrivati. La foto sotto la Basilica. Ora sì, lo possiamo dire: è davvero finita anche questa terza, stupenda, avventura. Domani sarà il momento in cui si riordineranno le idee. Sulla strada che ci riporterà a casa. Ma nello spirito, ovviamente… Always on the road!

Le tappe del viaggio

Italia Slow Tour

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