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Da Milano all’Oltrepò Pavese

Uno Slow Tour a Casteggio e nel borgo di San Biagio, con tappa alla Big Bench “farfalla”

Mi sveglio, è domenica, una domenica di aprile dove sembra che, durante la notte, qualcuno abbia ripulito il mondo. Il cielo è sereno, le foglie nuove degli alberi brillano come smeraldi… Mi aggiro per la stanza pensando che potrei andare in Oltrepò, là, dove da decenni, in una piccola frazione di Casteggio, ho una casetta immersa nelle colline. Si parte!

Durante il breve viaggio, meno di un’ora, focalizzo la zona: l’Oltrepò Pavese è un territorio dedito alla viticoltura, si trova a sud di Pavia, letteralmente oltre il Po. Casteggio è una cittadina che ne fa parte attivamente, con prestigiose cantine e, scoprirò poi, secoli di storia.

L’antica Clastidium nasce proprio in epoca romana, dopo il celebre scontro noto come “la battaglia di Clastidium” consumatosi nell’anno 222 a. C. L’evento, dopo la distruzione dell’esercito degli Insubri da parte del Console Marcello e dei suoi soldati, aprì il varco ai Romani verso Mediolanum (Milano) e verso la conquista della Cisalpina, tutta. Narra la leggenda (che come tale nasconde sempre un fondo di verità) che nell’anno 218 a. C. Annibale, il condottiero, giunto in Pianura Padana dopo aver sconfitto i Romani, fece abbeverare gli elefanti a una fontana ancora esistente, nell’odierna periferia di Casteggio (la cosiddetta Fontana d’Annibale).

San Biagio
San Biagio

Come vuole la tradizione, arrivo a Casteggio e faccio un giro al mercato storico che pullula di persone, bevo il caffè in uno dei tanti bar che circondano la piazza e trovo un’amica di gioventù. Ci intratteniamo a chiacchierare ed essendo lei un’amante delle passeggiate in collina e della storia locale mi invita a un evento che si terrà nel pomeriggio intitolato “Il santo, il cavaliere e la contessa” che coinvolge il piccolo Borgo di San Biagio che intravedo affacciandomi alla finestra della mia casa. Accetto di buon grado, incuriosito da cosa potrebbe insegnarmi un piccolo borgo di collina.

Alle 14:30 arrivo puntuale all’appuntamento, il ritrovo è nella graziosa frazione di Crotesi da dove parte l’antica strada comunale, che attraverso campi e vigneti arriva, appunto, a San Biagio. San Biagio è un antico borgo, attualmente con una manciata di case, ma una dimora risalente al XIII secolo che attraverso i secoli ha sempre ospitato la stessa stirpe, quella dei Verasis, è una visione imprevista e sorprendente. Qui, una guida abilitata, teatrante per l’occasione, veste i panni di Francesco Verasis Asinari, nato nell’anno 1826, conte di Costigliole d’Asti e Castiglione Tinella, marito della celebre Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, intraprendente e affascinante dama. La guida recita le circostanze accadute al conte, in particolare quelle riguardanti la moglie, nobile dama che si vide costretta dalla famiglia a trovare marito per porre un limite al susseguirsi di innamoramenti ed amanti…

In realtà, le brillanti doti della Contessa risultarono utili anche al cugino di Francesco, Camillo Benso Conte di Cavour, che la condusse alla corte di Napoleone III, allora Presidente della Repubblica francese, al fine di intercedere nell’alleanza franco-piemontese! Napoleone III cadde nel tranello e si lasciò circuire dalla bellezza di Virginia e dalle arti sue seduttorie… l’obbiettivo fu raggiunto e la Francia strinse l’alleanza con il Regno di Sardegna.
Quanta storia ho appreso oggi e che desiderio di approfondire gli eventi!

Il gruppo percorre poche decine di metri e appare una Big Bench, la grande panchina che è parte di un circuito che sul territorio italiano ne apprezza oltre 200. Color porpora, spicca nel verde circostante e il sole sembra accenderla, non conosco nulla di questa iniziativa e m’informo dalla mia amica che ne è la promotrice. Mi illustra sullo scopo delle grandi panchine che è quello di far riscoprire, attraverso il “turismo di prossimità”, quei luoghi che nel tempo sono stati dimenticati ma che, in realtà, sono i più strategici e panoramici della zona che le ospita. La panchina di Casteggio è la n. 163 del circuito ed è denominata “farfalla” perché il vigneto che l’accoglie è a forma di farfalla ad ali spiegate! Voi direte che siamo passati dal “sacro” al “profano”, ma scopro, invece, il legame del territorio: nel terreno sul quale sorge la grande panchina esisteva il cimitero del borgo di San Biagio che, a quel tempo, contava circa 300 abitanti. Durante gli scavi degli anni successivi sono riemersi un numero considerevole di reperti, conservati al M.A.C., il museo archeologico di Casteggio. L’omonimo vino “Farfalla”, prodotto dalla Ballabio Winery, ha raggiunto i vertici grazie alle sue particolari caratteristiche organolettiche esaltate dalle peculiari caratteristiche del terreno.

Proseguiamo il percorso ad anello e, nel punto di ritrovo, la famosa cantina vinicola dei f.lli Guerci ci offre una degustazione di vini e salumi locali. Sono sazio in tutti i sensi o quasi, torno a casa, salgo in macchina, è ormai il tramonto. Torno a San Biagio, le persone sono scemate e nel silenzio mi seggo sulla grande panchina, lascio vagare lo sguardo. Il bosco alla mia destra e i suoi rumori, la valle e all’orizzonte Pavia, Milano che scorgo benissimo sullo sfondo delle Alpi ancora innevate, la sagoma di San Biagio che si staglia nera nell’arancio del cielo al tramonto… la pace…

Ogni informazione è visibile sui social Facebook e Instagram di BIG BENCH “Farfalla” N. 163 (la Grande Panchina di Casteggio), prossima data dell’evento 10 aprile 2022.

Italia Slow Tour

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