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Slow Tour padano, 4 puntata: l’Aceto Balsamico di Modena

Guarda qui la puntata del 20 dicembre tra Modena e Mantova

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TUTTE LE CLIP:

La storia dell’aceto balsamico di Modena

L’aceto balsamico di Modena

Il consorzio dell’aceto balsamico di Modena

Le botti per l’aceto balsamico di Modena

Il parco archeologico della Terramara

Il ponte di barche di San Matteo delle Chiaviche

Le bellezze di Mantova

I diversi tipi di Grana Padano Riserva

L’aceto balsamico di Modena

Lo slow tour padano di Patrizio Roversi nella puntata di domenica 20 dicembre inizia a Modena, una delle capitali della gastronomia italiana! Terra di motori e di metalmezzadri, dove infatti vanno tutti pazzi per Astore, la Guzzi di Patrizio. E terra di eccellenze: una in particolare, l’Aceto Balsamico di Modena. Un prodotto prestigioso di questo territorio che non si può trovare uguale da nessun’altra parte e che diventa quel che diventa solo qui, a Modena.

Patrizio a Modena
Patrizio a Modena

Quella dell’aceto balsamico è una passione che si tramanda di generazione in generazione nel segreto delle soffitte padane, dove quel clima impossibile che tanto fa soffrire l’uomo, compie nelle botti una magia alchemica! Patrizio visita due acetaie: una a conduzione famigliare e una invece più grande, per seguire il filo rosso della tradizione e della produzione, capire le differenze fra Aceto Balsamico di Modena IGP e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, ricostruire la storia di questo prodotto che dall’Esposizione Universale di Parigi del 1889 ci rappresenta in Europa e nel mondo. Patrizio ne parla con Federico Desimoni, direttore del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP. Il processo di invecchiamento è una questione di pazienza, ci vuole molto tempo… E ci vuole naso! Peccato non si possa trasmettere in odorama!

Il risultato finale dipende anche dalle botti e dal legno impiegato per costruirle, che fa la differenza. Scopriremo come si sceglie il legno giusto per la botte perfetta – che è un’opera d’arte! – e cosa significa a Modena la parola Batteria. Lo sapete?

Dal Bottaio
Dal Bottaio

Poi il viaggio di Patrizio diventa una specie di viaggio nel tempo, tra il Parco Archeologico della Terramara di Montale prima e il Parco Archeologico del Forcello poi. A Montale scopriamo qualcosa in più sulla Pianura Padana di 3.500 anni fa e sugli insediamenti dei terramaricoli. Al Forcello di Bagnolo San Vito siamo invece in epoca etrusca e cerchiamo di svelare una specie di… scoop archeologico legato al prosciutto!

Ma nella Pianura Padana ci sono anche delle opere archeologiche che non sono… archeologia! Vedi il ponte di barche di San Matteo delle Chiaviche sul fiume Oglio, un prodigio idraulico ancora perfettamente funzionante che si autoregola con le piene. Il paesaggio fluviale, la golena, è un po’ la cartolina di queste terre, così come il pioppeto che contribuisce a regolarizzare il deflusso delle acque. Ricordate: del pioppo non si butta via niente, come del maiale!

Ultima tappa, Mantova. Che accoglie Patrizio come una dama velata, rigorosamente coperta di nebbia! La città dei Gonzaga, che dovevano la propria ricchezza proprio alla terra. Qui il viaggio di questa puntata si conclude, fra un banchetto rinascimentale servito niente meno che dal cuoco ducale dei Gonzaga Bartolomeo Stefani e una degustazione molto particolare al Museo Diocesano, dove Patrizio imparerà a distinguere le varietà regionali del Grana Padano insieme a Cornelio Marini, Maestro Assaggiatore e Giudice Internazionale ONAF, davanti a una particolare Ultima Cena seicentesca dove fa bella mostra di sé al centro del tavolo niente meno che un pezzo di formaggio!

Granatier al Museo Diocesano
Granatier al Museo Diocesano

Appuntamento domenica 20 dicembre alle 14.15 su Rete 4, in replica al lunedì mattina alle 8 e on line su questa pagina

Italia Slow Tour

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