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Ti piace andare alle Terme?

Punti di vista diversi sul turismo termale. Che ne pensi?

Grillo parlante e senso di colpa

Patrizio Roversi

Io alle Terme ci sono sempre stato davvero per caso, nel senso che ci sono andato trascinato da Syusy. Lei adora le terme, io invece sono molto più tiepido relativamente ai fanghi caldi, ai bagni caldi, alle saune calde…

Intendiamoci: mi piace l’atmosfera delle Terme, il loro stile “aristocratico” e un po’ antico. Le Terme mi ricordano i Romani, la storia, la tradizione. E anche la geologia: le piogge di migliaia di anni fa che si sono infiltrate ai piedi delle montagne e poi le acque che oggi sgorgano dalle fonti dopo essersi arricchite di minerali, ecc. ecc.

Dopodiché c’è sempre anche un aspetto “moderno”, con gli aggiornamenti tecnici, dietetici, ginnici, salutistici. Le Terme sono la quintessenza della naturopatia. Alle Terme mi sento bene perché mi fanno sentire accudito, ma non mi sento a mio agio forse per lo stesso motivo: troppa attenzione su di me, che mi spinge a concentrare a mia volta la mia attenzione su me stesso, sul mio corpo. Con conseguente senso di colpa. Infatti io vivo il mio corpo “a consumo”. Lo uso, fin che va, senza preoccuparmi di quanto durerò. Se fossi un’auto, non mi cambierei mai l’olio e non farei il tagliando, sognando di essere una vecchia Volvo anni ’70, di quelle che senza farci niente duravano fino a un milione di chilometri. Vivo un mio equilibrio, precario, fin che dura…

Ad esempio i massaggi mi squilibrano. Infatti se sono fatti bene ti rimescolano organi, muscoli, punti d’energia. E – visto che non mi faccio mai auto-manutenzione – dentro di me succede un casino: mi tornano vecchi acciacchi ben compensati e rimossi magari da posture sbagliate ma efficaci, mi sento tutto indolenzito, non mi ritrovo più. Per non parlare dei fanghi, che faranno anche bene ma io li trovo bollenti e un po’ puzzolenti. Le inalazioni mi piacciono ma – secondo il principio che appunto fanno bene e ti rimescolano tutto – ho come l’impressione che mi facciano scoppiare invariabilmente il raffreddore.

Se poi mi faccio convincere a fare ginnastica, visto che non la faccio mai normalmente, poi resto tutto dolorante per una settimana. Per non parlare del cibo: alcuni centri termali sono decisamente “dietetici”, altri invece no. Ma ancora una volta l’attenzione per il cibo (che c’è dovunque) mi mette a disagio perché appunto sottolinea un mio grave difetto ormai strutturale, quello di mangiare spensieratamente e spesso compulsivamente. Insomma, le Terme hanno sempre ragione, ma per me funzionano un po’ da Grillo Parlante, o da Grillo Pedante, nel senso che mi… mettono a nudo, mio malgrado.

I cavolfiori giganti di Saturnia

Syusy Blady

Andare alle terme è il mio sport preferito, altro che jogging, aerobica, pilates!
Volete mettere immergersi nell’acqua calda odorosa di zolfo, nell’acqua riscaldata dalla forza prorompente di un vulcano e farsi avvolgere nei fanghi bollenti dalle fanghine che hanno visto così tanti corpi nudi in vita loro da non aver più nessuna vergogna?!

Mi piacciono le terme, e non sono certo l’unica, anche se andare alle terme ha ancora il significato di un presidio medico, invece che di un piacere. Le terme invece sono sempre piaciute, dagli Etruschi ai Romani. E, recentemente, andare per pochi giorni in visita alle Terme di Saturnia mi ha fatto capire che grande patrimonio abbiamo in Italia e che meraviglioso luogo abbiamo il privilegio di abitare. Qui i soldati romani si fermavano per rigenerarsi dopo le battaglie e da allora ancora oggi la fonte butta 500 litri di acqua al secondo a 37 gradi costanti: questo fa si che l’acqua si rinnovi 4 volte al giorno.

A Saturnia, tra le colline della Maremma, già all’arrivo sulla strada si possono ammirare le cascatelle, bianche per i sali che si depositano, come una piccola Pamukkale italiana. Pamukkale è in Turchia, dove ho visto le famose “cascate pietrificate”, cioè delle vere colate di calcio bianchissimo. Qui a Saturnia le cascate viceversa vengono formate dall’acqua calda termale che esce da una sorgente che si trova proprio dentro all’albergo delle terme di Saturnia.

Nell’hotel, adesso completamente rinnovato con tutto quello che si può desiderare, c’è la piscina termale è all’aperto, mi hanno spiegato che non si può coprire perché i minerali che sprigiona sono così intensi che creerebbero problemi in un ambiente chiuso. E devono essere questi stessi minerali a rendere i cavolfiori dell’orto, che viene coltivato all’interno di un appezzamento di terreno dell’hotel, così esageratamente grandi, i più grandi che io abbia mai visti.

L’albergo, modernissimo è circondato da 27 ettari di green un campo da golf di importanza internazionale, da campionato, disegnato da un architetto californiano. Io ho fatto finta solo una volta di giocare a golf, non posso pronunciarmi, ma so che questo è un richiamo importante per una ricca clientela internazionale. Ho imparato andando in giro per il mondo quanto sia importante avere, tra le altre, anche un’offerta di così alta qualità turistica.
I cinesi ricchi cercano senza remore – io lo so perché me lo hanno chiesto quando li ho conosciuti a casa loro – itinerari di lusso e questo è il vero lusso, che non è affatto da disprezzare perché ha un indotto che vuole dire dare occupazione qualificata a centinaia di persone.

Cosa vuole dire stare bene? Se ti ascolti vuole dire capire cosa ti fa sentire bene! Per qualcuno – ad esempio come Patrizio – vuole dire soltanto mangiarsi qualche cosa di buono e basta. Ma le terme sono invece anche questo: l’occasione di guardarsi, osservarsi a tutto tondo e confondersi con gli agenti naturali favorevoli. Io amo le terme!

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