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La scelta di EMERGENCY a Reggio Emilia

Dal 2 al 4 settembre. C’è anche Syusy Blady

Tra gli eventi da segnalare in settembre ce n’è uno che a noi sta molto a cuore: il Festival di EMERGENCY. Si svolge dal 2 al 4 settembre, a Reggio Emilia. Torna dopo la Pandemia, torna proprio quando c’è una guerra. Il tema è “La scelta”. Ci saranno scrittori, scienziati, filosofi, giornalisti che, assieme ad EMERGENCY, si porranno una domandona collettiva: perché scegliamo la guerra come strumento di risoluzione delle controversie? Perché scegliamo di non proteggere noi e il futuro?

“Non è una questione di risorse che mancano, ma di scelte che non si fanno. È arrivato il momento di decidere che priorità ci diamo come società: la vita delle persone o la guerra? Salute, istruzione gratuita, un lavoro dignitoso e protezione o fame e sofferenza per molti? Non è troppo tardi per andare in una direzione più giusta“.

Gino Strada
Manifesto EMERGENCY

I temi degli incontri vanno dall’ambiente, ai rifugiati, al disarmo. Si chiarirà il senso della scelta di EMERGENCY: “la necessità di prendersi cura delle vittime delle guerre e di denunciarne gli orrori, l’importanza del soccorso in mare e dell’accoglienza, il significato di essere un’organizzazione solidale e umanitaria”.

Come tutti i Festival che si riaspettano, coinvolgerà l’intera città e i suoi spazi: da Piazza Casotti alla Biblioteca Panizzi dove ci saranno incontri per ragazzi, dal Palazzo dei Musei con mostre ed iniziative artistiche al cortile di Palazzo Ancini, sede ANPI, fino al Teatro San Prospero con la rassegna di documentari “La pace, che spettacolo!” e l’evento teatrale di EMERGENCY “Pia e Damasco”. Ci sarà spazio anche per approfondire la conoscenza della città grazie a una camminata mattutina organizzata dagli Psicoatleti. Infine, sabato 3 settembre, grande serata di musica al Teatro Valli con l’orchestra d’archi Buxus Consort Strings, che ha lavorato con Ezio Bosso.

E poi partecipa anche Syusy Blady! Domenica 4 settembre alle 15.30 intervisterà nel cortile di Palazzo Ancini Giles Duley, un fotografo che ha vissuto in prima persona la sofferenza della guerra. Nel 2011, mentre si trova in Afghanistan per fotografare le vittime del conflitto, Duley perde entrambe le gambe e il braccio sinistro a seguito dell’esplosione di una mina. I medici gli dicono che non potrà mai più camminare e che la sua carriera è finita… Meno di 18 mesi dopo ritorna a lavorare in Afghanistan! Attraverso i suoi progetti, Duley cattura la forza di coloro che non si arrendono e combattono le avversità, la stessa forza morale che EMERGENCY ripone nella realizzazione di questo Festival. Il calendario definitivo degli appuntamenti lo trovate su www.emergency.it/festival

Per l’occasione condividiamo anche questo video tratto da Velisti per Caso che risale al 2002, in cui Syusy ha visitato un ospedale di EMERGENCY a Battambang, in Cambogia:

I viaggi impossibili

Con EMERGENCY abbiamo in progetto una collaborazione, che parte da un filone che vorremmo sviluppare nei prossimi numeri della nostra rivista Turisti per Caso Slow Tour, dedicato ai Viaggi impossibili: guardando indietro nelle nostre esperienze, ci accorgiamo purtroppo che molte delle destinazioni più interessanti che abbiamo toccato, ora non sono più agibili, a causa delle tante guerre più o meno dimenticate che compongono questa Terza Guerra Mondiale, non dichiarata e spalmata in varie parti del Pianeta.

Ad esempio lo Yemen, uno dei viaggi più emozionanti che abbiamo fatto: cosa sarà rimasto ora di San’a, per la quale Pasolini ha lanciato un appello all’Unesco? Cosa sarà rimasto di Shibam, la Manhattan del deserto coi suoi palazzi di cinque piani fatti di sabbia? In quella che era da tempi immemorabili l’Arabia Felix, in pratica la culla della nostra Civiltà, da più di sei anni divampa una guerra che non risparmia né il territorio né gli abitanti: si parla di 100.000 morti, più di 3 milioni di sfollati, circa 15 milioni di persone letteralmente alla fame (su 30 milioni di abitanti). Oltretutto si tratta di una guerra per procura, che si abbatte sullo Yemen ma che in realtà è scatenata da una rivalità fra Iran da una parte e Sauditi, Emiratini, Israeliani e Statunitensi dall’altra. Come del resto, mutatis mutandis, accade per la guerra in Ucraina…

Ma oggi non potremmo più tornare neanche in Siria, uno dei luoghi più ricchi di testimonianze storiche. Non potremmo più tornare in Libia, devastata dalla guerra civile. Non potremmo tornare neanche in Mali, un altro dei viaggi che ci portiamo nel cuore. Non sarebbe facile nemmeno tornare in Etiopia. Potremmo forse tornare in Mustang, che a suo tempo rappresentava il Tibet tradizionale, ma non lo troveremmo più uguale a se stesso, con i Cinesi che hanno spianato la Valle del Khaligandachi con una bella autostrada… Potremmo tornare alle Svalbard, il cui paesaggio ed equilibrio naturale è però sfigurato dai cambiamenti climatici.

Se c’è una organizzazione che pratica la pace in giro per il Mondo, occupandosi in generale anche dei temi legati all’ambiente, quella è EMERGENCY. Noi l’abbiamo toccato con mano perché, in Cambogia, abbiamo visitato e raccontato il loro Ospedale. E ci piacerebbe davvero affrontare assieme questo tema imprescindibile, che anche noi semplici Turistipercaso non possiamo ignorare. Il turismo e la pace sono infatti un binomio obbligato: dove non c’è pace non ci può essere turismo.

Italia Slow Tour

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