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Italia Arcobaleno

Una guida al Grand Tour alternativo!

Italia Arcobaleno è un’appassionata guida turistica che accompagna chi legge per le strade percorse dalla nostra storia, in particolare dalla storia delle persone LGBT+ (acronimo per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trans).

Scritto dallo storico Giovanni dall’Orto, e illustrato dal fumettista Massimo Basili, il libro tocca alcune delle città principali del centro-nord: Venezia, Milano, Torino, Firenze e Roma, mete più conosciute di altre piccole località, in cui comunque interessanti storie non mancherebbero. È intenzione degli autori di pubblicare in futuro un altro volume, che parli del sud e delle isole.

Entusiasmante per chi ama farsi accompagnare in viaggio da informazioni di carattere storico, Italia Arcobaleno racconta un Grand Tour alternativo, con riferimenti passati e presenti – non mancano quelli alle attuali sedi arcigay – e una visione fresca e interessantissima su queste importanti città.

Chi s’interessa della storia di fasce di popolazione marginalizzate e “altre” – ovvero di persone che non corrispondono agli attributi di ricco, bianco, etero, cisgenere e uomo – sa che trovare fonti negli archivi è un duro lavoro. Questa guida, oltre a essere una lettura molto piacevole, ha il valore di rappresentare un bel compendio della storia LGBT italiana.

Gli itinerari tracciati dalla guida mettono in luce la ricchezza di questa storia. Quella sotto casa, insomma, che sono sicura piacerà a molte persone, dato che spesso i riferimenti conosciuti ai più sono quelli esteri e del solo secolo scorso. La documentazione è ricchissima, e viene riportata in un linguaggio semplice, così da essere accessibile a tutti.

La guida affronta la storia dei diversi atteggiamenti e legislazioni che le città scelte ebbero riguardo ai costumi sessuali. Usa aneddoti biografici per raccontare la vita di chi passò per quelle strade, e posa un occhio attento e ben preparato sulle opere d’arte che si trovano lungo gli itinerari, mettendo luce su scelte di stile non proprio eterosessuali.

Vengono citati personaggi conosciuti, alcuni solo un tempo e altri tutt’ora. È il caso di Giovanni Bordoni, alla nascita Caterina Vizzani (1719-1743), “uno dei primissimi casi di FtM (female to male) documentati in Italia” (p.104-5). O della regina bisessuale Cristina di Svezia (1626-1689), che si autoesiliò a Roma dopo essersi convertita al cattolicesimo, dove divenne uno dei fulcri più importanti della vita sociale e culturale della città nel XVII secolo (p.126). E non poteva mancare Michelangelo, ovviamente, che con il suo stile pittorico e scultoreo ridefinì l’estetica del corpo erotico maschile, che nel Rinascimento da corpo fanciullesco e androgino si fece corpo adulto e virile (p.20). Si parla anche di Torquato Tasso, Cesare Pavese e molti altri, e mentre vengono raccontate queste biografie, le città che queste persone attraversarono vengono narrate a loro volta.

Dall’Orto scrive di Venezia come una delle città italiane in cui la storia dell’omosessualità è stata meglio studiata, per via del fatto che possiede uno degli archivi storici più grandi e intatti d’Italia. La Serenissima si dimostra essere stata una città in cui la sottocultura omosessuale era vivissima, almeno fino agli anni ‘80; si pensi all’Accademia degli Incogniti, attiva dal 1630 al 1652 e aperta anche alle donne, la quale fu il centro di ritrovo di intellettuali laici e anticlericali legati alla corrente di pensiero del libertinismo, che si esprimevano con grande libertà (il “libertinismo” fu una corrente molto attiva a Venezia e a Roma nel XVI e XVII secolo; tra le idee condivise c’erano le seguenti: che lo stupro fosse l’unico reato sessuale e che i rapporti omosessuali consensuali non fossero immorali).

Pare strano adesso che la Serenissima sia stata un’importante punto di riferimento per la storia LGBT italiana molto prima che lo diventasse Milano. Milano non figurava tra le mete del Grand Tour omosessuale del XVIII e XIX secolo, ma divenne la capitale culturale e commerciale del movimento LGBT italiano alla nascita di quest’ultimo.

Anche Torino viene raccontata come una città che ebbe un protagonismo tardivo, per via del fatto che si sviluppò a livello urbanistico solo in un’epoca abbastanza recente e che ebbe nei confronti delle persone LGBT politiche fortemente repressive, a causa anche della mentalità chiusa della dinastia Savoia. Dalle poche fonti raccolte nell’Ottocento dal deprecabile Museo Lombroso di antropologia criminale, si passa all’esplosione di protagonismo delle persone LGBT con l’associazione nazionale Fuori! nel 1972 e il la fondazione, nel 1986, del Festival del cinema LGBT, che ora è diventato anche un concorso internazionale.

Una storia molto più simile a quella di Venezia ce l’ha Firenze, che invece si fece riconoscere per il suo passato tollerante, in cui si parlava liberamente di temi per cui in altre città si finiva condannati a morte; una città in cui si multava più che giustiziare. È grazie a questo clima rilassato che nella letteratura italiana del Trecento e del Cinquecento (sin da Dante e Boccaccio, quindi) troviamo il numero maggiore di riferimenti all’amore omosessuale di tutta Europa.

Gli aneddoti e i riferimenti artistico-culturali su Firenze nella guida sono tantissimi, come per Roma, che a differenza della città toscana visse momenti molto diversi legati al controllo della sessualità non eterosessuale, tanto che si può dire che la tolleranza sia andata a ondate: dalla fioritura della cultura omosessuale ai tempi in cui Roma era capitale dell’Impero romano, a quella Rinascimentale, scemate poi con la Riforma e la Controriforma, per poi tornare con il “libertinismo” seicentesco e perdere nuovamente presa con il conformismo della metà del secolo. Come in tutte le altre città, un altro periodo di crisi per la popolazione LGBT fu quello fascista, in cui molte e molti furono mandati al confino; la successiva epoca di fioritura si ebbe con il dopoguerra e le grandi manifestazioni degli anni 2000.

Dalla produzione letteraria a tema omosessuale alle prediche contro la sodomia; dagli affreschi ai pamphlet umoristici contro i potenti; dalle testimonianze di tombe comuni con lapidi che attestano l’amore delle due persone lì sepolte insieme (come quella di Giovanni Pico della Mirandola e Girolamo Benivieni nella Basilica di San Marco a Firenze), ai processi a singoli o di gruppo (a Venezia se ne registra uno del 23 febbraio 1407 in cui gli imputati erano ben 35, a dimostrazione dell’esistenza della sottocultura omosessuale in città); dai diari alle sculture… molte sono le tipologie di fonti presenti in questa guida, che colorano con forza le tappe degli itinerari scelti.

Questi svelano un’Italia altra, incredibilmente affascinante e tutta da riscoprire.

Zoe Roversi Giusti

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